Diario
21 giugno 2009
Arrestateci tutti!

Aderisco con convinzione all'iniziativa di disobbedienza civile lanciata da Marco Travaglio. La legge sulle intercettazioni di cui si discute in questi giorni è una vergogna; limita pesantemente la libertà d'espressione e sopprattutto il diritto dei cittadini di sapere la verità su ciò che accade nel nostro paese.
Marco ed altri giornalisti liberi hanno deciso che qualora la legge in discussione dovesse essere approvata (cosa ormai certa) continueranno a scrivere tutto quello che sanno sui processi, ignorando la nuova legge e cercando di dimostrare dinanzi ad un giudice, qualora venissero denunciati (cosa altrettanto certa), che tale legge è incostituzionale.
Io nel mio piccolo farò lo stesso. Scriverò e copiaincollerò tutto ciò di cui sarò a conoscenza.
DISOBBEDIENZA CIVILE. ARRESTATECI TUTTI!
berlusconi
travaglio
intercettazioni
| inviato da bagonzo il 21/6/2009 alle 23:18 | |
28 febbraio 2009
Intervista a Gioacchino Genchi
Intervista a Gioacchino Genchi:
"Io svolgo l'attività
di consulente tecnico per conto dell'autorità giudiziaria da oltre
vent'anni, lavoro nato quasi per caso quando con l'avvento del nuovo
codice di procedura penale è stata inserita questa figura, come da
articoli 359 e 360 che danno al Pubblico Ministero la possibilità di
avvalersi di tecnici con qualunque professionalità allorquando devono
compiere delle attività importanti. Mi spiace che Martelli se lo sia
dimenticato, Cossiga me lo abbia ricordato, proprio il nuovo codice di
procedura penale che ha promulgato il presidente Cossiga inserisce
questa figura che è una figura moderna. Che è nelle giurisdizioni più
civili ed avanzate, mentre prima il Pubblico Ministero era limitato, e
doveva per accertamenti particolari avvalersi solo della Polizia
giudiziaria, il nuovo codice ha previsto queste figure. Per cui
per l'accertamento della verità, nel processo penale, accertamento
della verità significa anche a favore dell'indagato o dell'imputato, il Pubblico Ministero non ha limiti nella scelta delle professionalità di cui si deve avvalere. Io ho fatto questa attività all'interno del Dipartimento della Pubblica sicurezza.
Abbiamo
svolto importanti attività con Arnaldo La Barbera, con Giovanni Falcone
poi sulle stragi. Quando si è reso necessario realizzare un contributo
esterno per il Pubblico Ministero, contenuto forse scevro da influenze
del potere esecutivo, mi riferisco a indagini su colletti bianchi,
magistrati, su eccellenti personalità della politica, il Pubblico
Ministero ha preferito evitare che organi della politica e del potere
esecutivo potessero incidere in quelle che erano le scelte della
pubblica amministrazione presso la quale i vari soggetti operavano. Nel
fare questo ho fatto una scelta deontologica, cioè di rinunciare alla
carriera, allo stipendio, per dedicare tutto il mio lavoro al servizio
della magistratura. Questa scelta, anziché essere apprezzata è stata
utilizzata dai miei detrattori che fino a ieri mi hanno attaccato in
parlamento, al contrario.
Il ministro Brunetta non poteva non
riferire che la concessione dell'aspettativa non retribuita che io
avevo chiesto era perfettamente regolare, è stata vagliati da vari
organi dello Stato, dal Ministero dell'Interno, dal Ministero della
Funzione pubblica e dalla presidenza del Consiglio dei Ministri di
Berlusconi, la stessa che mi ha attaccato in maniera così violenta e
così assurda dicendo le fandonie che hanno fatto ridere gli italiani
perché tutto questo can can che si muove nei miei confronti, questo
pericolo nazionale, cioè una persona che da vent'anni lavora con i giudici e i Pubblici Ministeri nei processi di mafia, di stragi, di omicidi, di mafia e politica più importanti che si sono celebrati in Italia, rappresenta un pericolo.
Forse
per loro! Per tutti quelli che mi hanno attaccato perché poi la cosa
simpatica (è chiaro che ora sto zitto, non posso parlare sono legato al
segreto) ma mi scompiscio dalle risate perché tutti i signori giornalisti che mi hanno attaccato, da Farina a Luca Fazzo a Lionello Mancini del Sole 24 ore, al giornalista della Stampa Ruotolo, sono i soggetti protagonisti delle vicende di cui mi stavo occupando. Questo è l'assurdo!
Gli stessi politici che mi stanno attaccando, sono gli stessi protagonisti di cui mi stavo occupando. Da Rutelli a Martelli,
Martelli conosciuto ai tempi di Falcone. Parliamo di persone che
comunque sono entrate nell'ottica della mia attività. Martelli nei
computer di Falcone quando furono manomessi, Rutelli perché è amico di
Saladino usciva dalle intercettazioni di Saladino, Mastella
per le evidenze che tutti sappiamo e così via, poi dirò quelli che
hanno parlato alla Camera al question time, quel giornalista che gli ha
fatto il comunicato, cose da ridere! Tra l'altro questi non hanno
nemmeno la decenza di far apparire un'altra persona.
No,
compaiono loro in prima persona! Sapendo che loro entravano a pieno
titolo nell'indagine. Questo è assurdo. Io continuo a ridere perché il
popolo italiano che vede questo grande intercettatore, che avrebbe
intercettato tutti gli italiani, ma che cosa andavo ad intercettare
agli italiani? Per farmi sentire dire che non riescono ad arrivare alla
fine del mese? Per sentir dire che i figli hanno perso il posto di
lavoro o che sono disoccupati? Che c'è una crisi economica? Ma perché
mai dovrei andare ad intercettare gli italiani? Ma quali sono questi
italiani che hanno paura di Gioacchino Genchi?
Quelli che
hanno paura di Gioacchino Genchi sono quelli che hanno la coscienza
sporca, e quelli che hanno la coscienza sporca sono quelli che mi hanno
attaccato. E con questo attacco hanno dimostrato di valere i sospetti
che io avevo su di loro. Anzi, più di quelli di cui io stesso mi ero
accorto, perché devo essere sincero, probabilmente io avevo
sottovalutato il ruolo di Rutelli nell'inchiesta Why not.
Rutelli
ha dimostrato probabilmente di avere il carbone bagnato e per questo si
è comportato come si è comportato. Quando ci sarà la resa della verità
chiariremo quali erano i rapporti di Rutelli con Saladino, quali erano
i rapporti del senatore Mastella, il ruolo di suo figlio, chi
utilizzava i telefoni della Camera dei Deputati... chiariremo tutto!
Dalla prima all'ultima cosa. Questa è un'ulteriore scusa perché loro dovevano abolire le intercettazioni, dovevano togliere ai magistrati la possibilità di svolgere delle intercettazioni considerati i risultati che c'erano stati,
Vallettopoli, Saccà, la Rai eccetera, la procura di Roma immediatamente
senza problemi però apre il procedimento nei confronti del dottor
Genchi su cui non ha nessuna competenza a indagare, perché la procura
di Roma c'entra come i cavoli a merenda. C'entra perché l'ex procuratore generale di Catanzaro ormai fortunatamente ex, ha utilizzato questi tabulati come la foglia di fico per coprire tutte le sue malefatte
e poi le ha utilizzate come paracadute per non utilizzarle a Catanzaro,
dove probabilmente il nuovo procuratore generale avrebbe immediatamente
mandato a Salerno.
Perché in quei tabulati c'è la prova della loro responsabilità penale.
Non della mia. Quindi, non li manda a Salerno che era competente, non
li manda al procuratore della Repubblica di Catanzaro che avrebbe
potuto conoscere quei tabulati e quello che c'era, non li manda al
procuratore della Repubblica di Palermo dove io ho svolto tutta la mia
attività ma li manda a Roma che non c'entra niente.
Quindi si
va a paracadutare questi tabulati sbagliando l'atterraggio perché in
una procura che non ci azzecca nulla. Perché tra l'altro in quei
tabulati c'erano delle inquisizioni che riguardavano magistrati della
procura della Repubblica di Roma! Su cui stavamo indagando. Ora la procura di Roma indaga su di me e sui magistrati della procura della Repubblica di Roma.
Si è ripetuto lo scenario che accadde tra Salerno e Catanzaro e si è
ripetuto lo scenario che era già accaduto tra Milano e Brescia
all'epoca delle indagini su Di Pietro. Con la sola differenza che
all'epoca si chiamava Gico l'organo che fece quelle attività, adesso si
chiamano Ros, ma sostanzialmente non è cambiato nulla.
In
ultima analisi dico che io sono comunque fiducioso nella giustizia.
Hanno cercato di mettermi tutti contro, hanno cercato di dire ad
esempio, nel momento in cui c'era un rapporto di collaborazione con la
procura di Milano anche fra De Magistris e la procura di Milano,
un'amicizia personale fra De Magistris e Spataro, che siano stati
acquisiti i tabulati di Spataro. Assurdo! Non è mai esistita un'ipotesi
del genere. Nemmeno per idea! Come si fa a togliere a De Magistris
l'appoggio della magistratura associata? Diciamo che ha preso i
tabulati di Spataro. Come si fa a mettere il Csm contro De Magistris?
Diciamo che ha preso i tabulati di Mancino.
Adesso i Ros
dicono che nei tabulati che io ho preso ci sono, non so quante utenze
del Consiglio superiore della magistratura. Non abbiamo acquisito
tabulati del Csm, sono i signori magistrati di cui abbiamo acquisito
alcuni tabulati, quelli sì, tra cui alcuni della procura nazionale
antimafia ben precisi, due, solo due, che hanno contatti col Csm.
Ha
inquisito il Quirinale! Ma quando mai? Se però qualcuno del Quirinale
ha chiamato o è stato chiamato dai soggetti di cui ci siamo occupati
validamente, bisogna vedere chi dal Quirinale chi ha avuto contatti con
queste persone, ma io non ho acquisito i tabulati del Quirinale. A
parte che se fosse stato fatto sarebbe stata attività assolutamente
legittima perché, sia chiaro, le indagini in Italia non si possono fare soltanto nei confronti dei tossici e magari che siano pure extracomunitari, oppure quelli che sbarcano a Lampedusa nei confronti dei quali è possibile fare di tutto, compresa la creazione dei lager.
La
legge è uguale per tutti. Tutti siamo sottoposti alla legge! Perché sia
chiaro. Questo lo devono capire. Nel momento in cui a questi signori li
si osa sfiorare solo da lontano, con la punta di una piuma, questi
signori si ribellano e distruggono le persone che hanno solo il
coraggio di fare il proprio lavoro.
Gli italiani questo l'hanno capito. E hanno capito che
questo dottor Genchi di cui hanno detto tutte le cose peggiori di
questo mondo... e io adesso pubblicherò tutti i miei lavori, dal primo
sino all'ultimo pubblicherò tutte le sentenze della Corte di
Cassazione, delle Corti d'Appello, delle Corti di Assise, dei tribunali
che hanno inflitto centinaia e centinaia di anni di carcere col mio
lavoro.
Ma le sentenze di cui io sono più orgoglioso non sono le sentenze di
condanna, ma sono le sentenze di assoluzione! Sono quelle persone
ingiustamente accusate anche per lavori fatti dal Ros che sono state
assolte grazie al mio lavoro e che rischiavano l'ergastolo! E che erano
in carcere. Persone che erano in carcere perché avevano pure sbagliato
l'intestatario di una scheda telefonica. E adesso questi signori
vengono ad accusare me di avere fatto lo stesso lavoro che loro... ma
non esiste completamente!
Tutte queste fandonie e la serie di stupidaggini che sono state
perpetrate addirittura in un organismo che è il Copasir! Che si deve
occupare dei servizi di vigilanza sulla sicurezza, non sui consulenti e
sui magistrati che svolgono la loro attività sui servizi di sicurezza!
Noi abbiamo trovato delle collusioni di appartenenti ai servizi di sicurezza, con delle imprese che lavorano per i servizi di sicurezza,
che lavorano nel campo delle intercettazioni, che costruiscono caserme
con appalti dati a trattativa privata per milioni di euro, noi stavamo
lavorando su quello! Stavamo lavorando su quello e ci hanno bloccato
perché avevano le mani in pasta tutti loro! Questa è la verità.
Questa
è la verità e adesso mi hanno pure dato l'opportunità di dirla perché
essendo indagato io non sono più legato al segreto perché mi devo
difendere! Mi devo difendere con una procura che non ci azzecca nulla
con la competenza, la procura di Roma, mi difenderò alla procura di
Roma.
Però sicuramente la verità verrà a galla! E non ci
vogliono né archivi né dati perché sono tre o quattro cose molto
semplici. Le intercettazioni di Saladino utili saranno una decina,
quando fu intercettato prima che De Magistris iniziasse le indagini, ma
sono chiarissime! E l'attacco che viene fatto nei miei
confronti parte esattamente dagli stessi soggetti che io avevo
identificato la sera del diciannove luglio del 1992 dopo la strage di
via D'Amelio, mentre vedevo ancora il cadavere di Paolo
Borsellino che bruciava e la povera Emanuela Loi che cadeva a pezzi
dalle mura di via D'Amelio numero diciannove dov'è scoppiata la bomba,
le stesse persone, gli stessi soggetti, la stessa vicenda che io trovai
allora la trovo adesso!
Ancora nessuno ha detto che io sono folle. Anzi, sarò pericoloso,
terribile ma che sono folle non l'ha detto nessuno. Bene allora quello
che io dico non è la parola di un folle perché io dimostrerò tutte
queste cose. E
questa è l'occasione perché ci sia una resa dei conti in Italia. A
cominciare dalle stragi di via D'Amelio alla strage di Capaci. Perché
queste collusioni fra apparati dello Stato servizi segreti, gente del
malaffare e gente della politica, è bene che gli italiani comincino a
sapere cosa è stata."
14 febbraio 2009
La decrescita felice

" Per aver bisogno di comprare tutto ciò che serve a soddisfare i propri bisogni vitali bisogna essere incapaci di tutto. "
Questa frase tratta da un interessantissimo libro che sto leggendo proprio in questi giorni e che consiglio a tutti, "La decrescita felice" di Maurizio Pallante, mi ha molto colpito e mi ha dato da riflettere.
" La sempre maggior dipendenza dalle merci è la conseguenza di una sempre maggiore incapacità di autoprodurre beni. Il passaggio da un bene ad una merce nella soddisfazione di un bisogno esistenziale, nella società industriale è diventato un fattore di emancipazione e progresso."
E' davvero sintomo di progresso poter acquistare tutto ma non saper fare più nulla? Pallante sostiene di no ed anzi ci incita all'autoproduzione dei beni (quantomeno di alcuni di essi), una pratica che con troppa facilità abbiamo abbandonato nella società mercantile (poichè basata esclusivamente sullo scambio merce-denaro) in cui viviamo. I nostri nonni non andavano certo al supermercato per avere il pane, la salsa di pomodoro e la marmellata; facevano tutto da sè. Molti di essi avevano anche un piccolo pezzo di terra dove autoproducevano frutta e verdura per se stessi. Quello che avevano in eccedenza lo regalavano o lo scambiavano con altri beni innestando un circolo virtuoso di dono e reciprocità all'interno della comunità (communitas: cum = con, insieme - munus = dono).
Secondo Pallante l'autoproduzione dei beni ha molti vantaggi, primo fra tutti quello di non far crescere il PIL. Tutto il suo libro tenta infatti di dimostrare che questa crescita del PIL che tanto ossessiona i nostri politici ed in genere la nostra società, non è detto che sia una cosa buona; certamente non migliora la nostra vita, nè accresce la nostra felicità. Contribuire alla decrescita o meglio alla non-crescita può invece migliorare la nostra vita e quella del nostro pianeta...
La decrescita è innanzitutto uno slogan per indicare la necessità e l'urgenza di una inversione di tendenza rispetto al modello dominante dello sviluppo e della crescita illimitati. Una inversione di tendenza che si rende necessaria per il semplice motivo che l'attuale modello di sviluppo è ecologicamente insostenibile, ingiusto ed incompatibile con il mantenimento della pace.
Per approfondire questo argomento vi consiglio di visitare www.decrescitafelice.it e www.decrescita.it
11 luglio 2008
Il presente parallelo con la canapa

La canapa è la pianta più bella e versatile che la natura ci abbia donato... E proprio per questo è diventata illegale! Le vicende che sto per raccontarvi sono tutte assolutamente documentabili, ma purtroppo sono ai più sconosciute perchè troppo scomode.
Negli anni Trenta la canapa era diventata matura per servire come fonte abbondante di materie prime per numerosi settori dell’industria. Un’industria molto più sostenibile per l’ambiente rispetto a quella che conosciamo. Purtroppo si erano già allora costituiti dei grossi interessi che si contrapponevano alla canapa. Con il petrolio si incominciavano a produrre materiali plastici e vernici, e la carta di giornale della catena Hearst era fabbricata a partire dal legno degli alberi con un processo che richiedeva grandi quantità di solventi chimici, forniti dalla industria chimica Du Pont. La Du Pont e la catena di giornali Hearst quindi si coalizzarono con le grandi industrie petrolifere. Con una martellante campagna di stampa durata anni la cannabis, chiamata da allora con il nome di "marijuana", venne accusata di essere responsabile di tutti i delitti più efferati riportati dalla cronaca del tempo. Ho avuto la fortuna di vedere un video diffuso negli USA degli anni trenta dove si mostravano gli effetti della marijuana; ve lo racconto: un ragazzo che si trova ad una festa fuma uno spinello e dopo pochi minuti perde il controllo, uccide i suoi amici e si butta dalla finestra. Questa era la campagna diffamatoria nei confronti di una pianta che, innanzitutto non veniva utilizzata come droga (l'uso consumistico si è sviluppato solo dopo il proibizionismo), e che anche nel caso di tale utilizzo ha degli effetti molto blandi.
Nel 1937 venne approvata una legge che proibiva la coltivazione di qualsiasi tipo di canapa. Dagli USA la legge proibizionista venne esportata, insieme agli interessi delle multinazionali, in pochi anni in tutto l'occidente ed in parte dell'oriente. Da notare che non venne proibita solo la canapa ricca di resina, che è quella da cui si può ricavare la droga, ma anche la normale canapa coltivata che invece non ha nessun tipo di effetto allucinogeno ed ancora che l’unico proibizionismo che ha veramente funzionato è stato quello nei confronti della canapa per uso industriale, visto che l'uso consumistico continua ad aumentare.
Da questa pianta magnifica si ricavano innumerevoli cose: dalla resina un materiale simile alla plastica (uno dei materiali più inquinanti derivato dal petrolio) ma assolutamente biodegradabile; dal fusto una carta di ottima qualità che potrebbe sostituire quella ricavata dagli alberi e quindi ridurrebbe drasticamente il problema del disboscamento poichè una coltivazione della durata di tre mesi e mezzo di canapa produce una biomassa quattro volte maggiore di quella prodotta dalla stessa superficie di bosco in un anno; dall'olio dei semi un carburante (il bioetanolo di canapa) già usato da Henry Ford negli anni trenta che ridurrebbe l'inquinamento automobilistico al minimo; dalle fibre un tessuto simile al cotone (la pianta del cotone ha bisogno di moltissimi pesticidi, la canapa no); da essa si ricavano inoltre molti farmaci poichè, a seconda delle dosi, questa ha un effetto rilassante, decontraente, anestetizzante e senza controindicazioni particolarmente rilevanti, contrariamente a molti dei farmaci che utilizziamo quotidianamente, ed infine i semi sono ricchi di proteine e, secondo alcuni importanti studiosi, potrebbero essere dati come integratori ai bambini del terzo mondo che ne sono carenti.
Nel nostro mondo quando si parla di canapa la si intende come droga e questo è sbagliatissimo! Fumarla è solo il più stupido dei molteplici utilizzi che questa pianta può avere! Capisco che per una persona che non ha mai sentito nulla di quello che ho scritto tutto questo può sembrare assurdo ma ripeto: è tutto assolutamente documentato, basta cercare. Io credo che se negli anni trenta la canapa avesse vinto la concorrenza della lobby formata da industrie del petrolio, della carta e chimiche, oggi vivremmo in un presente migliore.
P.S. La canapa è come il maiale: non si butta via niente!
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canapa
| inviato da bagonzo il 11/7/2008 alle 10:17 | |
3 maggio 2008
Termovalorizziamo i termovalorizzatori?!?

La italianissima parola "termovalorizzatore" è intraducibile in qualsiasi altra lingua, l'hanno creata i nostri politici. Per venderci un prodotto scadentissimo i nostri amati politicanti lo conciano in modo da renderlo il più appetibile possibile; i termovalorizzatori infatti non sono altro che inceneritori.
La caratteristica più importante dei termovalorizzatori è che producono energia bruciando i rifiuti; peccato che per bruciare tali rifiuti consumano più energia di quanta ne producano. Queste macchine infernali stanno minando pesantemente la nostra salute, poichè producono nanoparticelle tossiche che si depositano nei nostri polmoni tramite l'aria che respiriamo ed in altri organi vitali tramite i cibi (da esse contaminati) che mangiamo. I termovalorizzatori, inoltre, non risolvono a pieno il problema dello smaltimento, perchè da una tonnellata di rifiuti vengono prodotti 300 kg di ceneri tossiche che a loro volta vanno trattate e smaltite come rifiuti pericolosi.
Prima di parlare di come andrebbero smaltiti i rifiuti, credo sia importante avere ben presente che cosa sono i rifiuti; questo è un tema, a mio parere nodale, che è largamente sottovalutato. Nello scorso secolo il mondo è cambiato ad una velocità impressionante ed il progresso tecnologico-scientifico ha stravolto l'intera esistenza umana, dal lavoro alla vita privata. Soprattutto dalla fine degli anni 60 le invenzioni atte a "migliorare la qualità della vita" si susseguono ininterrotte, si scoprono o si creano nuovi materiali e nuovi oggetti. Una cosa basilare è avere ben presente che ogni cosa che produciamo diventerà prima o poi un rifiuto. Il problema dei rifiuti è quindi una questione soprattutto dei nostri tempi, appartenente alla società contemporanea. Cent'anni fa non esistevano i pannolini, i sacchetti di plastica, i fazzoletti di carta, i vestiti sintetici, il telefonino, la tastiera con cui scrivo, le lattine di birra ed il latte nel cartone, le stoviglie usa e getta, le batterie per le auto, i pneumatici, le lampadine, la televisione, il chewing-gum, il pelapatate e l'apriscatole; cent'anni fa i rifiuti erano molto limitati e spesso assolutamente bio-degradabili. Oggi invece una famiglia normale di Milano produce in un anno un volume di rifiuti pari a quello che produceva nel Rinascimento, nello stesso arco di tempo, l'intera corte degli Sforza. Questa è una questione che dobbiamo tassativamente affrontare! La prima cosa da fare è quindi sine dubio ridurre drasticamente i rifiuti. Non tutto quello che produciamo ci serve realmente! Molte cose vengono gettate senza mai essere utilizzate e molte altre dopo un breve uso, altre ancora sono prodotte con i materiali sbagliati e così via. Ridurre i rifiuti è più semplice di quanto possa sembrare.
Affrontata questa fondamentale questione possiamo parlare dello smaltimento dei rifiuti. Il riciclaggio deve essere la via maestra, tramite esso si può recuperare fino al 70% dei rifiuti, traendone anche vantaggi economici; per il restante 30% (in gran parte rifiuti organici e quindi non molto pericolosi per ambiente e salute) ci sono vari trattamenti che permettono di ridurre ancora il loro volume fino alla metà (vedi essiccamento) e di smaltirli in sicurezza.
In questi giorni il nostro paese sta affrontando il penoso caso dei rifiuti in Campania ed ancora una volta lo sta facendo nel modo sbagliato. L'unica proposta che queste indegne persone che si fanno chiamare politici riescono a trovare, è costruire altre discariche ed altri inceneritori; questo è vergognoso. I termovalorizzatori andrebbero termovalorizzati! (traduzione: gli inceneritori andrebbero inceneriti)
Cari politicanti spero che la prossima volta che andate al vostro preferito e rinomato (nonchè da noi pagato) ristorante vi servano una bella mozzarella di bufala campana dop tossica. Auguri...
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